lunedì 15 luglio 2013

SONATA AL CHIARO DI LUNA


Le ruote della carrozza si infrangono contro le pietre della strada. Dopo una faticosa lezione di comportamento, ci dirigiamo ancora al Louvre a vedere le stesse opere di Botticelli o Giotto.
Amo gli artisti di strada, i dipinti fantasiosi e se qualche volta ti soffermi a guardarli, devi forzare la tua immaginazione per scoprirne l'enigma. Le tavole con un soggetto definito senza alcun mistero non sono interessanti. Ma io non posso mai esprimere la mia opinione, nessuna donna lo può fare e soprattutto, se le idee e i gusti sono così volgari come i miei, almeno secondo i miei genitori.
Allora io svuoto la mia testa, non sono che un gioiello per loro e per il mio futuro marito: Gaspar un ricco mercante, molto più vecchio di me e brutto, senza nemmeno che mia sia stato possibile replicare mi è stato messo il suo anello al dito. Un gioiello attaccato alla loro catena.

Io lo detesto. I miei occhi non sono che uno specchio appannato che si risveglia solo al calare della notte. Dopo la cena lascio il mio corsetto sul letto e con un vestito bianco e semplice corro verso le rive della Senna, dove a piedi nudi sull'erba mi distendo a guardare le stelle.
Qui ho incontrato il mio amore, un pianista dal cuore e dagli occhi profondi come le acque che guardo inginocchiata in questo istante.
Jean era il suo nome, il solo uomo che mi ha amata con tutte le mie idee senza criticarle, il solo uomo che ha posseduto il mio cuore e il mio corpo, il solo che è morto per me.
Voleva sposarmi, ma quando Gaspar l'ha scoperto lo ha fatto uccidere vilmente.

Mio amore, ti ricordi la nostra serata sul battello?
Le luci che scaldavano i nostri baci e le lacrime di gioia che si mescolavano al fiume?

Queste lacrime di solitudine e il mio dolore si uniranno nella memoria del nostro amore, nelle più profonde acque al ritmo della sonata che mi hai dedicato al chiaro di Luna.


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