venerdì 12 luglio 2013

Per i più curiosi...


                                       l'intervista a Loris Cantarelli

Come è nato Fumo di China?

Uscì nel 1978 dopo varie sperimentazioni. E' uscita come bollettino del Club Giovani Amici del Fumetto, trimestrale per fumetterie e infine rivista distribuita in edicola restando invariato ed intenso nonostante il passare del tempo l'amore per il fumetto che ha unito lettori di tutte le età. Marco Marcello Lupoi, attualmente dirigente Marvel e Panini, ha lavorato da giovanissimo per FdC. La sua rubrica l'ha chiamata Cuore di China in cui racconta le vicissitudini sentimentali dei super eroi americani, che da sempre lo hanno appassionato.

Love and Rockets dei fratelli Fernandez


E soprattutto quelli dei fratelli Fernandenz, con il ciclo Love and Rockets.

Esatto, si divertita a raccontare il fumetto americano così.

Pino di Stefano è un esordiente redazionale che ha pubblicato recensioni con voi. Come ci è riuscito?

Nel suo caso è uno scrittore appena laureato, che ha scritto un libro su Pasolini. Si è presentato come scrittore con l'interesse di recensire per noi, un esempio di sua recensione è quella di Zero Calcare.
In genere come la nostra storia dimostra siamo aperti a tutte le collaborazioni. E' chiaro che prima chiediamo delle prove. In genere basta un buon italiano e un po' di buon senso. Però il fatto di dover raccontare o spiegare le cose in un limitato numero di battute non si improvvisa.
I suoi pezzi andavano bene.

Se vi propongono articoli o recensioni con errori come vi comportate?

Non succede niente di tragediografo, li segnaliamo e li correggiamo con i controlli dovuti. Dovremmo essere in grado di conoscere tutto di tutti, così da poter individuare i possibili errori. Ovviamente dipende anche dalla loro entità: se un errore consistente finisse in stampa certamente non ci facciamo una bella figura.

Nell'intervista ad Andrea Mazzotta pubblicata qualche giorno fa, abbiamo parlato di come l'Italia sia un ottimo paese per il mercato dei fumetti. Cosa ne pensi?

Poche volte si ricorda che l'Italia è una delle super quattro potenze produttrici di fumetto: Giappone, America e area francofona detengono il podio seguite dall'Italia.
Magari produciamo meno copie, ma i personaggi creati e conosciuti all'estero sono moltissimi.
E' vero siamo quarti su quattro, ma tra quali quattro: il Giappone ha la popolazione che legge di più al mondo e non solo fumetti, ma in generale, negli Stati Uniti è nato il fumetto americano mentre nell'area francofona il fumetto seppur pubblicato solo in libreria, molte iniziative che lo riguardano sono finanziate dallo Stato e il ministro della cultura partecipa a inaugurazioni e manifestazioni.
Ogni lingua e paese adesso ha la sua produzione di fumetti, pertanto non siamo per niente in una posizione sfavorevole, direi adeguata alla produzione dei tre quarti di fumetti disneyani che vengono prodotti da autori italiani.

Cosa tendete a privilegiare nelle recensioni?

Poiché il periodico è mensile non recensiamo ciò che il mese dopo è già sparito, per tanto evitiamo il materiale da edicola e ci dedichiamo a fumetti che il lettore può acquistare in fumetteria o in libreria dove può trovare anche gli arretrati. Inoltre abbiamo esperti che frequentano fumetterie e librerie, pertanto è difficile che ci sfuggano le novità, mentre è più facile che a passare inosservati siano volumi vecchi ma non per questo meno interessanti.

Consideri importante la lettura di FdC per gli appassionati di fumetto?

In questi anni siamo passati dall'essere l'unica fonte a una delle tante, Batman è bello o Superman è brutto. Ci sono storie belle di Batman come Il ritorno del cavaliere oscuro che la Lion riproporrà, o All star Superman uscita pochi anni fa.
Batman, Il ritorno del cavaliere
oscuro
di Frank Miller
All Star Superman di Grant Morrison
specialmente con l'avvento del web, che propone sempre più siti già indirizzati all'interesse specifico del lettore. Nonostante questo resta una rivista importante per tutti quei lettori che desiderano una panoramica più ampia delle mode e delle influenze del momento. Le nostre recensioni guidano anche gli appassionati nell'enorme flusso della produzione fumettistica. Ci sono infatti storie belle e brutte per ognuno dei super eroi: non si può dire

Possiamo avere qualche anticipazione sul prossimo numero di FdC?

END di Barbara Canepa
e Anna Merli
Posso dirvi che ci sarà un'intervista a Barbara Canepa e Anna Merli, rispettivamente sceneggiatrice e disegnatrice del gotico END. Elisabeth attesa da noi da molto tempo.
Mentre in copertina lasceremo spazio al nuovo fumetto bonelliano Drago Nero, anticipato dal numero zero di sedici pagine, molto professionale. Della storia possiamo dire ancora ben poco essendo solo al primo volume.




Persino la Sergio Bonelli che poteva vivere di soli fumetti, ha utilizzato un nuovo linguaggio per pubblicizzare la sua nuova uscita. Cosa ne pensi di questa scelta?

Drago Nero di Luca Enoch
Mazinga Z di Go Nagai
Oggi non si può più fare i fumetti con i fumetti. Finalmente anche la Bonelli ha adottato il web per pubblicizzare la sua uscita, con l'apertura di un blog, di una pagina Facebook e la pubblicazione di banners, per non parlare dell'accordo con la casa di distribuzione di videogiochi fantasy, con il cui acquisto ricevi la copia cartacea del numero zero di Drago Nero. Non è per niente inusuale come scelta, è una cosa che in America e in Giappone succede da molto tempo. Si pensi a Mazinga Z il robot nipponico seguito poi da Goldrake che risultava avere le gambe larghe poiché il creatore era stato influenzato dall'inventore di giocattoli che lo aveva avvertito dell'impossibilità per un futuro pupazzo di restare in piedi con quella forma. Incredibile, in Giappone già quaranta anni fa tutto era pensato insieme:fumetto, animazione gadgets.
Oggi non possiamo più creare solo con un medium.
Anche noi di FdC abbiamo un sito: http://www.fumodichina.com/

Per chi si affaccia alla scrittura creativa, che direzione consigli?

Assolutamente la sceneggiatura, abbiamo poca produzione buona in questo ambito, in particolare perché l'italiano è parlato meno di altre lingue all'estero e per questo abbiamo meno lavoro, riflettendo la crisi come tutti gli altri ambiti.
Inoltre apre la mente e ti fa vedere le cose in un'altra ottica. Tutti andiamo al cinema, ma pochi si concentrano per capire cosa ci sia dietro. E' facile staccare il cervello e lasciarsi trascinare dal film. Sicuramente si seguirebbe meno il film cercandoci dentro, ma si ricorderebbe meglio e con un significato diverso.

Mentre quanti romanzieri ci sono?

In Italia si dice che nessuno legge, ma tutti hanno il romanzo nel cassetto. Questo è grave perché se un non-lettore scrive come legge, è bene che ci resti nel cassetto.
Non è vero che oggi i ragazzi scrivono poco. In realtà tutti i devices spingono a scrivere di più come social network e what's app, ciò che è cambiato è il tipo di linguaggio, sicuramente diverso e non adatto a un libro o una rivista.

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