Il primo giorno di
smistamento delle classi. É
uno dei più importanti, vengono decisi i propri compagni con cui
devi convivere per cinque lunghi anni le ansie e lo stress della
nuova vita scolastica.
L'edificio è in pieno
centro. Un monumento storico che cede da tutte le parti, con le aule
minuscole ma dai soffitti altissimi, dove spesso le nostre menti
svolazzano come tanti canarini in gabbia.
In sottofondo, il
cinguettio soffocato della professoressa. Inutili i gridolini acuti
che desiderano sovrastare il traffico per attirare la nostra
attenzione. La mia testa è sempre rivolta verso l'alto, attraverso
le alte finestre a fissare Palazzo Vecchio e la cupola del Duomo
stagliate contro il cielo.
Settembre, c'è ancora il
sole caldo, ancora i ricordi dell'estate non sono offuscati. Continuo
a guardare quel mare di pensieri bianchi e leggeri, ma accanto a me
la mia compagna fa esattamente l'opposto. Rivolge lo sguardo sempre
verso il basso.
Mi ricordo benissimo il
primo giorno in cui ci siamo parlate. Non conoscevo nessuno, così
mi sono messa accanto a lei. Un'attraente ragazza latino americana,
dai capelli neri e lucenti che le scendono fino alle anche e gli
occhi nocciola a mandorla, nascosti dagli occhiali. Una bellissima
pocahontas moderna, semplice ed equilibrata.
Non come le altre, attente
all'accessorio da abbinare o allo smalto per verniciarsi le unghie
durante le lezioni. Nessun litigio la riguarda per chi dovesse
mettere il giubbotto in quel punto dell'attaccapanni per farlo vedere
meglio. Lo mette sullo schienale della sedia, come me. Forse proprio
per questo non so come comportarmi, simile a me e un sorriso finto,
una banale conversazione non l'appaga.
“Posso sedermi?”
“Certamente” risponde
alzando lo sguardo, per poi lasciarlo cadere di nuovo là, nel suo
nascondiglio magico.
Il giorno dopo sbircio…
pagine bianche, ancora impregnate dell'odore di carta appena
stampata, scorrono veloci al contrario, una
cultura così lontana da quella occidentale abituata a guardare da
sinistra a destra.
Occhi enormi in cui vedi
cosa racchiude il cuore di un personaggio, emozioni e sensazioni
sfumate, con mille sfaccettature rispetto a quelle che trovi in una
parola, in un romanzo. E poi lei, la reincarnazione di Jeanne D'Arc,
la reincarnazione della forza e del coraggio che nemmeno le fiamme
del rogo e della violenza sono riuscite a spegnere. Un fiordaliso
dalla purezza celestiale, in grado di danzare mosso dalle raffiche
del vento nell'alto dei cieli.
“Jeanne la ladra del
vento divino”.
Una piccola poesia
dedicata a una donna, ora fa parte del mio tesoro, una perla nella
conchiglia d'ebano in cui si è trasformata la mia libreria.
Una pesca in un mare
troppo vasto in cui ci siamo trovate sulla stessa zattera. Lei il
capitano che mi spiega e racconta tutto quello che conosce sui manga
e io ore ad ascoltarla, come rapita dalle sue labbra che si muovono e
da quegli occhi che trasmettono molto di più di quanto il suo
atteggiamento tenti di nascondere.
Per lei sono diventati
quello che per me da tempo sono i libri e la musica, mondi dove
perdersi per scappare e rifugiarsi dalla realtà che ci delude.
Specchi di emozioni,
sentimenti e avventure che desideriamo vivere, perché la nostra vita
è un incubo che ci sembra interminabile.
Senza rendercene conto,
siamo diventate necessarie l'una per l'altra. I nostri sguardi non si
volgono più in direzioni opposte, nascondendoci. Ho smesso di
sognare aspettandomi qualcosa nel futuro, e lei ha smesso di
aspettarsi di trovare qualcosa dentro di lei. Abbiamo imparato a
trovare in quello che è reale dei piccoli sogni da condividere. Ci
siamo viste negli occhi e ci siamo trovate simili e vicine, con un
legame che non si è mai spezzato né con il tempo né con la
distanza. Dalle pagine di un fumetto sfogliato al
contrario, abbiamo avvolto le nostre storie sempre più
indietro e sempre più in profondità, trovando la forza per andare
avanti, ladre di un vento di libertà.
E Voi? Quale è stato il vostro primo manga o fumetto? "Jeanne la ladra del vento divino" cosa ne pensate lo avete letto?
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