mercoledì 31 luglio 2013

“La vuole la gruccia?”



Dal vetro vedo il riflesso di tutte le clienti in mutande. Il vestitino azzurro pastello fa furore per i saldi d'estate. Piace alle magre, stuzzicadenti a cui sguscia dalle spalle, alle grasse, salsicciotti avvolti con la carta per le uova di pasqua della Coop, alle ragazzine, angioletti che non vedono l'ora di toglierselo per qualche avvenente bagnino o alle signore di una certa età, lenzuoli grinzosi segnati dal tempo, ma che il vestito di certo non copre. Arriva sempre l'acquisto, il mio futuro:
“Sono 50 euro. La vuole la gruccia? 5 centesimi.”
“No, grazie”
Così resto al negozio infilata in una delle tante scatole del magazzino assieme alle mie sorelle.

Lo shopping per una gruccia

martedì 23 luglio 2013

Kimono e Samurai

Il gesto. L'eleganza. Lo spirito


Per immergerci nella cultura del sol levante la fondazione culturale Hermann Geiger ha organizzato a Cecina fino al 15 settembre 2013 una mostra dedicata all'armoniosa fusione tra perfezione e spirito della cultura nipponica.
Raffinata e complessa percorriamo il sentiero della spada degli antichi samurai fedeli al Bushidō, dove rispetto, onore e dedizione erano rivolti alla famiglia, al paese e all'imperatore, con cui instauravano un giuramento di sangue sul keppan, poi bruciato e sciolto nel saké.
Numerose sono le leggende che orbitano attorno a questi valorosi combattenti.
Terminologia armatura

Due delle armature in esposizione












Miyamoto Musashi
Miyamoto Musashi (1584-1645), vero nome Shinmen Musashi no Kami Fujiwara no Genshi, il più grande samurai.
A 13 anni affrontò Arima Kihei e partecipò alla battaglia di Sekigahara. Studiava la psicologia e le debolezze dell'avversario cercando di far leva sulla sua rabbia, irritandolo presentandosi in ritardo e con una scarsa igiene. Così a 29 anni aveva già vinto 60 incontri. Raggiunti i 50 si ritirò dediandosi all'arte e alla letteratura. Nel 1640 scrisse I trentacinque precetti della strategia, Il libro dei cinque elementi, La via che bisogna percorrere da soli.
Si narra che durante la cerimonia funebre un tuono rischiarò il cielo, si crede che fosse l'anima di Miyamoto che abbandonò il suo corpo.

Tomoe Gozen armata di najinata
Anche le donne potevano diventare samurai, onna bugeisha, donna guerriera. Dovevano difendere la casa, imparavano le arti marziali come il najinata-jitsu, praticata in Giappone prevalentemente da donne, derivante dall'arma che utilizzavano, il naginata, una lunga lama montata su un'asta. Anche gli accessori femminili nascondevano insidie per i nemici, come fermagli, pugnali adattati alle capigliature e i ventagli tessen. Anche se storicamente incerta, è molto conosciuta la figura di Tomoe Gozen, moglie di Miyamoto.




L'ultimo dei samurai il film
Alla fine del XIX secolo il governo Meiji abolì il sistema feudale formando un esercito moderno.
Saigo Takamori continuò ad insegnare la via della spada e nel 1877 guidò l'ultimo attacco dei samurai, la ribellione di Satsuma. Solo dopo la sua morte Saigo, L'ultimo dei samurai fu perdonato.
La storia dei 47 ronin di
G. Soulié de Morant


Nel 1700 il daimyō Asano Takumi no kami Naganori, signore di Ako era in visita al palazzo shogunale di Edo. Fu offeso dal maestro di protocollo Kira KozukenosukeYoshinaka e per reazione Asano sfoderò un pugnale con cui fu costretto a compiere seppuku. I samurai che lo accompagnarono diventarono rōnin, samurai girovaghi senza signore. Quarantasette di loro decisero di vendicare Asano seguendo così il Bushidō, ma il governo li condannò alla stessa sorte del loro precedente signore, dando vita al dramma Chūshingura.


Wakizashi
Il seppuku, conosciuto anche come harakiri, era il suicidio rituale compiuto dagli uomini con un taglio da sinistra a destra e poi verso l'alto sull'addome, sede dell'anima che poteva liberarsi e tornare pura. Un altro samurai, kaishakunin, decapitava il suicida tagliandoli quasi completamente la testa senza staccarla completamente. L'arma per compiere il gesto era il tantō, coltello, o lo wakizashi, “il guardiano dell'onore”.
Le donne compievano il rituale conosciuto con il nome jigai, con un taglio alla gola dopo essersi legate i piedi per non assumere posizioni scomposte dopo l'agonia.




Si narra che il Dio Susa no ō, figlio del creatore delle isole giapponesi, uccise un drago dalle otto teste e dentro la coda trovò una lunga spada, che consegnò alla sorella Amaterasu, Dea del Sole. Poi fu ereditata dagli imperatori e ancora oggi rappresenta l'unione tra terra e cielo.




La mostra si conclude al piano superiore con l'esposizione di alcuni kimono ( ki indossare, mono cosa, cosa da indossare). Vesti tradizionali a forma di “T” ricavate da un unico rotolo di stoffa. Da esso si poteva capire: l'occasione e il suo grado di formalità, l'età e lo stato civile della donna ed infine la stagione a cui era sempre abbinato per colore e decorazione.
Non valorizzava le forme femminili, infatti la biancheria da indossare doveva schiacciare il corpo in una forma cilindrica. La sensualità doveva imporsi dall'armonia dei gesti e dal fascino del celato.
Numerose furono le influenze e le variazioni che questa veste subì, fino alle riforme Tenpō (1841-1843) che limitò i beni di lusso, introducendo così i sottokimono preziosi e raffinati, aggirando così l'ostacolo e dando vita alla moda iki, “eleganza sobria”.
La vita nel periodo Edo era dura, le carestie erano ricorrenti, le cortigiane-principesse erano bambine contadine strappate dalle famiglie e dalla povertà. La popolazione si rivolgeva ai piaceri con la consapevolezza della loro caducità nel ciclo naturale della vita, fluttuando nella loro bellezza fugace.

Da sinistra a destra: Sottokimoni, Kimono da sposa, Kimono da bambino


Per tutti gli amanti della cultura giapponese è possibile assistere anche alla mostra del museo Stibbert di Firenze dedicata ai Samurai, in esposizione fino al 3 Novembre 2013: http://www.museostibbert.it/


domenica 21 luglio 2013

Kleiner Flug, il fumetto tra le nuvole

                                             
Alessio D'Uva, l'intervistato
Bullet Ballad
Alessio D'Uva, entrato nel mondo del fumetto con Topolino e addentratosi grazie ad un gruppo di amici appassionati, è lo sceneggiatore di Bullet Ballad, disegnato da Arjuna Susini.
Ha collaborato con alcune case editrici come Bottero Edizioni, JPOP, Planeta, Lion e Panini.


Oggi è impegnato con la casa editrice Kleiner Flug, da lui creata, con progetti e lavori in continuo aumento.

Ci racconta il suo viaggio iniziato da alcuni scatoloni in soffitta.  

Ciao Alessio

Ciao Stefania!

Iniziamo proprio dall'inizio, come ti sei avvicinato al mondo del fumetto?

Direi che è stato intorno ai 12 anni, quando mi sono trasferito da Firenze in una casa in provincia. Appena arrivato là, in questo enorme villone abbandonato dai precedenti proprietari, ho rovistato in soffitta e ho scoperto un tesoro fatto di scatoloni pieni di Topolino. Essendo stato, da piccolo, molto schivo e riservato, timido a livelli patologici, passavo il mio tempo a leggere di quel topo e dei suoi amici. Così son rimasto fregato…

La vicinanza, poi, di amici come Alberto Pagliaro, Francesco Ciampi e altri grandi appassionati di
fumetto, ha fatto il resto.

Quali sono stati i tuoi primi passi?

Dopo Topolino sono arrivati i fumetti Bonelli, poi i supereroi. Poi direi che sono quasi spariti tutti per essere soppiantati da prodotti un po' più, diciamo, di nicchia. Ma oltre alla lettura e alle collezioni che facevano impazzire i miei genitori, a causa del troppo spazio occupato, possiamo dire che i miei primi passi nel mondo del fumetto sono stati mossi grazie a Francesco Ciampi e Alberto Pagliaro. Per il primo comincia a letterate delle storie apparse su BLUE, Coniglio editore, e poi a scrivergliene, mentre con il secondo scrissi una storia che venne pubblicata sull'antologico BLACK, di Coconino. La cosa mi piacque molto e cominciai a scrivere, a scrivere, a scrivere… e conservo ancora molte delle cose scritte allora, su dei fogliacci.

Quali sono stati quelli più importanti?


Antologia Dreams pubblicata 
da Double Shot
sito ufficiale:

Dopo questo inizio, ho insistito molto. Ho cominciato a frequentare forum di
fumetti, fiere, fumetterie, mi sono confrontato con amici e sono nate nuove amicizie. Insieme a uno di questi amici, Lorenzo Corti, e col supporto di un editore, Bottero Edizioni, fondai una piccola etichetta chiamata DOUbLe SHOt. Il cui intento era, fondamentalmente, quello di pubblicare quel che piaceva a noi. Acquistammo così i diritti per la pubblicazione di DEMO di Brian Wood e Becky Cloonan. Fu un discreto successo. Ci portò il primo Gran Guinigi, premio consegnato a Lucca Comics. Così decidemmo di andare avanti e di fondare un'associazione culturale che è stato il nostro giochino per alcuni anni.
Un passo importante è stato poi abbandonare questa associazione per entrare insieme a Lorenzo nello
staff Lion, ma passo ancora più importante è stato abbandonare Lion.

Come è nata la Kleiner Flug?

L'idea di una casa editrice che proponesse biografie a fumetti di personaggi illustri mi balenava in testa da tantissimo, così come l'idea di adattamenti di opere letterarie. Un giorno mi son chiesto quanto mi interessassero i supereroi e quanto mi interessasse un fumetto diverso. La risposta non è stata difficile, perché fare quel che mi piace di più è sempre stato il mio obbiettivo. La risposta è stata Kleiner Flug, che anche nel nome porta quella mia voglia di dimostrare quanto sia breve la distanza tra teatro, letteratura e arte in genere. Una distanza che si può coprire con un piccolo saltello o con un piccolo volo, KLEINER FLUG in tedesco.



Quali sono stati i progetti di cui si è occupata?

Opere di Verdi a fumetti
Interno di Macbeth
È una realtà talmente giovane, che è impossibile parlare di progetti al passato. I primi lavori su cui ci stiamo buttando sono le opere di Verdi a fumetti:   La traviataOtelloAida e Macbeth, realizzate da Stefano Ascari ai testi e coi disegni di Alberto Pagliaro e Cesare Buffagni.


Interno di: La Traviata                     Otello                                              Aida  
Poi abbiamo intenzione di provare a realizzare una guida di Venezia un po' particolare, con molte illustrazioni e pochissimo testo. Sono stati coinvolti 5 bravissimi Urban Sketcher, che in una settimana hanno realizzato circa 120 illustrazioni di quella bellissima città.
Infine, molti autori stanno lavorando a delle interessanti biografie di italiani illustri e spero di poterne parlare più approfonditamente ben presto.

Puoi accennarci qualcosa sui nuovi progetti in cantiere?

Posso solo dirti che sono in fase di lavorazione fumetti su Dante Alighieri, Benvenuto Cellini, Francesco Petrarca, Giotto, Donatello, Farinata degli Uberti, Raffaello, Nicola Pisano e Guido Monaco, per citarne alcunni, mentre dalla Francia arriveranno adattamenti di almeno 4 opere letterarie, ma è ancora troppo presto per parlare di titoli.

Grazie per la tua disponibilità Alessio. 

Grazie a te, Stefania. A presto! 

E anche voi "volate" nel sito: www.kleinerflug.it  per restare sempre aggiornati.


giovedì 18 luglio 2013

Verso le terre illuminate

Molti anni fa, sul mondo incombeva sempre la notte e il gelo, così gli animali si rifugiano all'interno di un'alta collina.

  
Pensavano di poter trovare un rifugio sicuro, ma si ritrovano tra intricati tunnel e labirinti serpentini. Erano giunti nel cuore di Serpolis, la città degli striscianti giganti dagli occhi gialli. Molti si perdono restando soli tra quelle gallerie e gli altri sono costretti a scappare dalle spaventose creature dei cunicoli. Nuove amicizie si formano e molte si perdono. Solo piccoli gruppetti riescono a trovare la via d'uscita dal labirinto e a rivedere finalmente il buio della notte e non più quello del sottosuolo.
Un gruppo di coraggiosi animali del bosco: un orso d'ebano, un coniglio della neve e un gallo dalla cresta di fuoco, sono finalmente usciti dalla collina, ma hanno perso la loro amica, la gallinella Perla.

  
Hanno cominciato a correre e Perla doveva essere rimasta indietro. Disperati hanno aspettato ore sulla cima prima di mettersi in cammino verso le terre lontane in cui spunta il sole, ma di Perla non c'era traccia.
È rimasta dentro, in un piccolo allargamento dove ha trovato una piccola volpe dagli occhi verdi come l'erba. Hanno subito fatto amicizia, passando le loro giornate insieme scaldandosi al fuoco, giocando a scacchi e parlando delle avventure che avrebbero vissuto una volta uscite nelle grandi terre illuminate. Contente di non essere più sole, non perdono la speranza e continuano a cercare una via d'uscita.

  
Finalmente dopo giorni passati in cunicoli, terra e polvere riescono a vedere il cielo e le stelle che il freddo aveva fatto loro tanto odiare.
Scendono la collina e si mettono in marcia verso il lontano orizzonte d'erba. Ma quando si avvicinano si accorgono che non è erba, è liquida e mossa. Non potendo continuare a camminare prendono la piccola barca abbandonata e cominciano a remare.


Si trovano in quello che non sanno essere il mare. Lo stesso mare che solcano gli amici del bosco utilizzando l'orso d'ebano come nave.


Perla e la volpe arrivano a una distesa di tanti piccoli granellini dorati che sembrano riflettere la luce che brilla alta nel cielo. La luce calda del sole che non hanno mai visto. Una luce nella quale danzano i gabbiani delle nuvole.

  
Nella spiaggia trovano la grotta dell'albero, una piccola casetta in pietra abbracciata dalle radici. Entrano.
Anche gli amici del bosco arrivano alla spiaggia, stanchi, affaticati e bagnati dalla testa alle zampe.


Vedendo la piccola grotta sotto l'albero si affrettano a raggiungerla per trovare riparo.
Ma sbirciando dalla piccola finestra, con grande sorpresa, vedono la loro amica ritrovata.


Accolti con grande gioia  si raccontano le avventure tutti insieme attorno al fuoco, trascorrendo di nuovo una notte come quelle passate.

  
Gli animali del bosco sono animali coraggiosi e dopo questa avventura sono pronti a partire per altre, sempre più lontane, sempre più pericolose.
Partono la mattina dopo con la piccola nave dei due amici verso le distese di ghiaccio.


Lasciano le due amiche nella piccola grotta sotto l'albero. Loro preferiscono viversi il caldo del nuovo sole, in compagnia del loro nuovo vicino di casa, un piccolo pulcino dispettoso che si diverte a becchettare i granchi corallini.
Dalla spiaggia gli amici si salutano, ma non per l'ultima volta, perché dopo ogni avventura torneranno su quella spiaggia e dentro la grotta sotto l'albero per raccontare alle due amiche le emozioni e i paesaggi dei loro viaggi.


lunedì 15 luglio 2013

ILLUSIONE IPNOTICA



Lasciami scorgere la purezza della tua anima
attraverso lo specchio dei tuoi occhi,
stelle che mi catapultano in un sogno.
Mi appari come un'evanescenza
ti metti di fronte a me,
tento di sfiorarti le mani con le dita,
la tua immagine scompare,
si deforma nella mia mente.
Riappari insistente nei miei pensieri
mi volto,
ma ti trovo nel buio della notte.
Come un'illusione,
un'ombra
che appare e scompare,
rimarrai per sempre incancellabile,

nella profondità dell'anima.

SONATA AL CHIARO DI LUNA


Le ruote della carrozza si infrangono contro le pietre della strada. Dopo una faticosa lezione di comportamento, ci dirigiamo ancora al Louvre a vedere le stesse opere di Botticelli o Giotto.
Amo gli artisti di strada, i dipinti fantasiosi e se qualche volta ti soffermi a guardarli, devi forzare la tua immaginazione per scoprirne l'enigma. Le tavole con un soggetto definito senza alcun mistero non sono interessanti. Ma io non posso mai esprimere la mia opinione, nessuna donna lo può fare e soprattutto, se le idee e i gusti sono così volgari come i miei, almeno secondo i miei genitori.
Allora io svuoto la mia testa, non sono che un gioiello per loro e per il mio futuro marito: Gaspar un ricco mercante, molto più vecchio di me e brutto, senza nemmeno che mia sia stato possibile replicare mi è stato messo il suo anello al dito. Un gioiello attaccato alla loro catena.

Io lo detesto. I miei occhi non sono che uno specchio appannato che si risveglia solo al calare della notte. Dopo la cena lascio il mio corsetto sul letto e con un vestito bianco e semplice corro verso le rive della Senna, dove a piedi nudi sull'erba mi distendo a guardare le stelle.
Qui ho incontrato il mio amore, un pianista dal cuore e dagli occhi profondi come le acque che guardo inginocchiata in questo istante.
Jean era il suo nome, il solo uomo che mi ha amata con tutte le mie idee senza criticarle, il solo uomo che ha posseduto il mio cuore e il mio corpo, il solo che è morto per me.
Voleva sposarmi, ma quando Gaspar l'ha scoperto lo ha fatto uccidere vilmente.

Mio amore, ti ricordi la nostra serata sul battello?
Le luci che scaldavano i nostri baci e le lacrime di gioia che si mescolavano al fiume?

Queste lacrime di solitudine e il mio dolore si uniranno nella memoria del nostro amore, nelle più profonde acque al ritmo della sonata che mi hai dedicato al chiaro di Luna.


domenica 14 luglio 2013

NOTTAMBULI

Quando un dipinto ispira un racconto breve...

Nottambuli di Edward Hopper, 1942 Art Institute of Chicago
Quella notte non riuscivo a dormire. Sentivo solo la necessità di camminare. Mi lasciavo trasportare dalle gambe e dal suono delle suole contro il marciapiede. Tutto era spento e silenzioso, tutto tranne il bar Phillies all'angolo. La luce si rifletteva sulla strada. Alzai lo sguardo. Un uomo di mezza età un po' livido in faccia sedeva da solo, in un lato del bancone triangolare. Lo sguardo perso nel bicchiere mezzo pieno e un giornale ripiegato sotto al gomito. Come assente, non si curava minimamente della coppia davanti a lui o del barista, ma solo di quel liquido giallastro che gli avrebbe fatto dimenticare anche per quella sera i suoi tormenti, e i soldi nel portafogli. Alzò il bicchiere e lo portò alla bocca. Gli occhi si schiusero. Stava assaporando con gusto l'alcool, lasciando andare la sua mente offuscata in una vertigine. La coppia di fronte a lui non parlava. La donna intenta a mangiare e l'uomo troppo impegnato a fumare e ad indicare i contenitori di birra in fondo alla sala al barista per farsi riempire i bicchieri vuoti davanti a loro. L'unico che sembrava fremere dalla voglia di parlare era il barista, che, con sguardo lucido e un sorriso smagliante, si rivolgeva ai suoi clienti ogni volta che lo chiamavano. Lasciandolo però, con una voglia mai soddisfatta. Una compagnia di nottambuli muti. Probabilmente proprio quel silenzio che faceva al caso mio, in quella notte insonne.

Entrai dalla porticina marrone e mi sedetti sullo sgabello di legno. Mi accomodai meglio sul bancone. Con le dita sfiorai il giornale del mio vicino. - Posso? -
Questo si voltò e mi guardò con turbamento. Non mi rispose nemmeno, me lo passò con uno sguardo dolorante. Il giornale si aprì ad una pagina con il titolo: SUICIDIO. Quella parola mi tormentava. Il mio vicino di bancone cominciò a piangere. Non sapevo cosa fare, pensai fosse uno degli effetti della sbornia, così lo lasciai sfogare.
Quasi sbiascicando le parole tra i singhiozzi disse: - Era mio fratello. -
Ero turbata. Restai per alcuni minuti in silenzio e poi dalle mie labbra mi uscì solo uno stupido
- Mi dispiace. -
Avrei voluto dirgli che lo capivo, e certo che lo capivo. Alla morte ormai ero abituata, ma i suicidi mi facevano veramente arrabbiare, così egoistici ti lasciavano un vuoto attorno e sradicavano dalla tua vita le persone che avevi sempre considerato le radici che non ti permettevano di sprofondare. E quando ti ritrovi senza questi appigli, non hai più voglia di chiederti perché vai avanti, o in che modo, e ti ritrovi seduto alle tre di notte davanti ad un bancone a buttar giù un drink dopo l'altro. Come un nottambulo ammutolito, derubato della felicità che questi ladri si portano via con sé.
-Una birra grazie. -
- Ecco a lei signora - disse il barista un po' deluso che anch'io non avessi voglia di parlare.
- E una per il mio vicino –
Ne aveva bisogno. Probabilmente anche lui aveva dovuto identificare suo fratello, come qualche ora prima io avevo dato il nome a quel cadavere ancora bagnato, Elizabeth Gregory.
Mia madre.


Fiore di neve e il ventaglio segreto

di Lisa See
brossurato, 336 pp
2010, Tea, collana Teadue
9,00 euro

Sfogliando le pagine del libro Fiore di neve e il ventaglio segreto, sono stata trasportata fino la lontana Cina del XIX secolo.
In una società gerarchica patriarcale in cui il Confucianesimo incoraggiava la tortura della fasciatura dei piedi sulle bambine. Uno dei metodi più crudeli per controllarle e sottometterle.

Un'ambientazione affascinante e carismatica. Templi, enormi palazzi e campagne sono rimaste impresse come fotografie nella mia immaginazione.
Non è stato solo un viaggio alla scoperta di un luogo o di una cultura, è stato anche un viaggio emotivo. In questo isolamento al quale le donne erano costrette, non potevano far altro che farsi forza tra di loro. Fu così, che nacque il nu shu, una scrittura segreta che permetteva loro di comunicare su ventagli o fazzoletti ricamati.

La protagonista è una donna forgiata dalla sofferenza, che l'ha resa forte. Forza che prende dal legame profondo con la sua laotong. Due donne che si danno forza l'una nell'altra. Due donne che si sostengono per non cadere. Restano in piedi e si adeguano alla società, ma i loro destini saranno così diversi che il loro rapporto sarà incrinato. Tenteranno di ricucirlo dopo molti anni, ma avranno poco tempo. Solo pochi giorni e un commovente saluto.


Lisa See
sito ufficiale: http://www.lisasee.com/about-lisa-see/
Il libro oltre a farmi scoprire un paese lontano, che ho potuto visitare rivivendo le stesse impressioni, mi ha mostrato la profondità del sentimento dell'amicizia, grazie alla straordinaria dolcezza e tenerezza dello stile di Lisa See, già percepito in On Gold Mountain del 2000. Sentimenti, emozioni, immagini regalate dall'autrice e racchiuse in quel ventaglio. 

Un tesoro passato tra le mani delle protagoniste e tra le mie. 

venerdì 12 luglio 2013

Sigur Rós una forza della natura

Un geyser infuocato nella tempesta

Sigur Rós, ancora uniti: Ágúst Ævar GunnarssonKjartan Sveinsson, Georg HòlmJonsi Birgisson
sito ufficiale: www.sigur-ros.co.uk
Valtari, uscito il 23 maggio 2012
A un anno di distanza dall'album Valtari, intenso lavoro di quattro anni, il gruppo islandese dei Sigur Rós torna con Kveikur, settimo lavoro di studio. Una svolta pop dell'ensemble, per la prima volta senza il tastierista Kjartan Sveinsson.
Il titolo dell'album “stoppino o miccia” è un nuovo inizio per il gruppo dal sound indomabile e selvaggio della forza di un geyser che diventa una fiamma calda e danzante nelle atmosfere cupe dei videoclip come Breinnistein.


Kveikur, uscito il 18 giugno 2013
Sempre con battiti techno, la durata antiradiofonica accompagnati dalle      chitarre riverberate e dall'epicità unica, ci incanta con la voce ipnotica e cristallina di Jonsi Birgisson.
Il brano più accattivante è Isjaki “iceberg”, un'enorme pietra ghiacciata sulla quale navighi con i brividi su tutto il corpo grazie alla sua energia impalpabile.
La band è attesa con ansia in Italia per le tappe estive: il 23 luglio per il No Border Music Festival a Tarvisio (UD), il 26 a Ferrara, il 27 a Lucca e il 28 a Roma nell'Ippodromo delle Capannelle.
Su: www.ticketone.it é possibile trovare i biglietti.


Per i più curiosi...


                                       l'intervista a Loris Cantarelli

Come è nato Fumo di China?

Uscì nel 1978 dopo varie sperimentazioni. E' uscita come bollettino del Club Giovani Amici del Fumetto, trimestrale per fumetterie e infine rivista distribuita in edicola restando invariato ed intenso nonostante il passare del tempo l'amore per il fumetto che ha unito lettori di tutte le età. Marco Marcello Lupoi, attualmente dirigente Marvel e Panini, ha lavorato da giovanissimo per FdC. La sua rubrica l'ha chiamata Cuore di China in cui racconta le vicissitudini sentimentali dei super eroi americani, che da sempre lo hanno appassionato.

Love and Rockets dei fratelli Fernandez


E soprattutto quelli dei fratelli Fernandenz, con il ciclo Love and Rockets.

Esatto, si divertita a raccontare il fumetto americano così.

Pino di Stefano è un esordiente redazionale che ha pubblicato recensioni con voi. Come ci è riuscito?

Nel suo caso è uno scrittore appena laureato, che ha scritto un libro su Pasolini. Si è presentato come scrittore con l'interesse di recensire per noi, un esempio di sua recensione è quella di Zero Calcare.
In genere come la nostra storia dimostra siamo aperti a tutte le collaborazioni. E' chiaro che prima chiediamo delle prove. In genere basta un buon italiano e un po' di buon senso. Però il fatto di dover raccontare o spiegare le cose in un limitato numero di battute non si improvvisa.
I suoi pezzi andavano bene.

Se vi propongono articoli o recensioni con errori come vi comportate?

Non succede niente di tragediografo, li segnaliamo e li correggiamo con i controlli dovuti. Dovremmo essere in grado di conoscere tutto di tutti, così da poter individuare i possibili errori. Ovviamente dipende anche dalla loro entità: se un errore consistente finisse in stampa certamente non ci facciamo una bella figura.

Nell'intervista ad Andrea Mazzotta pubblicata qualche giorno fa, abbiamo parlato di come l'Italia sia un ottimo paese per il mercato dei fumetti. Cosa ne pensi?

Poche volte si ricorda che l'Italia è una delle super quattro potenze produttrici di fumetto: Giappone, America e area francofona detengono il podio seguite dall'Italia.
Magari produciamo meno copie, ma i personaggi creati e conosciuti all'estero sono moltissimi.
E' vero siamo quarti su quattro, ma tra quali quattro: il Giappone ha la popolazione che legge di più al mondo e non solo fumetti, ma in generale, negli Stati Uniti è nato il fumetto americano mentre nell'area francofona il fumetto seppur pubblicato solo in libreria, molte iniziative che lo riguardano sono finanziate dallo Stato e il ministro della cultura partecipa a inaugurazioni e manifestazioni.
Ogni lingua e paese adesso ha la sua produzione di fumetti, pertanto non siamo per niente in una posizione sfavorevole, direi adeguata alla produzione dei tre quarti di fumetti disneyani che vengono prodotti da autori italiani.

Cosa tendete a privilegiare nelle recensioni?

Poiché il periodico è mensile non recensiamo ciò che il mese dopo è già sparito, per tanto evitiamo il materiale da edicola e ci dedichiamo a fumetti che il lettore può acquistare in fumetteria o in libreria dove può trovare anche gli arretrati. Inoltre abbiamo esperti che frequentano fumetterie e librerie, pertanto è difficile che ci sfuggano le novità, mentre è più facile che a passare inosservati siano volumi vecchi ma non per questo meno interessanti.

Consideri importante la lettura di FdC per gli appassionati di fumetto?

In questi anni siamo passati dall'essere l'unica fonte a una delle tante, Batman è bello o Superman è brutto. Ci sono storie belle di Batman come Il ritorno del cavaliere oscuro che la Lion riproporrà, o All star Superman uscita pochi anni fa.
Batman, Il ritorno del cavaliere
oscuro
di Frank Miller
All Star Superman di Grant Morrison
specialmente con l'avvento del web, che propone sempre più siti già indirizzati all'interesse specifico del lettore. Nonostante questo resta una rivista importante per tutti quei lettori che desiderano una panoramica più ampia delle mode e delle influenze del momento. Le nostre recensioni guidano anche gli appassionati nell'enorme flusso della produzione fumettistica. Ci sono infatti storie belle e brutte per ognuno dei super eroi: non si può dire

Possiamo avere qualche anticipazione sul prossimo numero di FdC?

END di Barbara Canepa
e Anna Merli
Posso dirvi che ci sarà un'intervista a Barbara Canepa e Anna Merli, rispettivamente sceneggiatrice e disegnatrice del gotico END. Elisabeth attesa da noi da molto tempo.
Mentre in copertina lasceremo spazio al nuovo fumetto bonelliano Drago Nero, anticipato dal numero zero di sedici pagine, molto professionale. Della storia possiamo dire ancora ben poco essendo solo al primo volume.




Persino la Sergio Bonelli che poteva vivere di soli fumetti, ha utilizzato un nuovo linguaggio per pubblicizzare la sua nuova uscita. Cosa ne pensi di questa scelta?

Drago Nero di Luca Enoch
Mazinga Z di Go Nagai
Oggi non si può più fare i fumetti con i fumetti. Finalmente anche la Bonelli ha adottato il web per pubblicizzare la sua uscita, con l'apertura di un blog, di una pagina Facebook e la pubblicazione di banners, per non parlare dell'accordo con la casa di distribuzione di videogiochi fantasy, con il cui acquisto ricevi la copia cartacea del numero zero di Drago Nero. Non è per niente inusuale come scelta, è una cosa che in America e in Giappone succede da molto tempo. Si pensi a Mazinga Z il robot nipponico seguito poi da Goldrake che risultava avere le gambe larghe poiché il creatore era stato influenzato dall'inventore di giocattoli che lo aveva avvertito dell'impossibilità per un futuro pupazzo di restare in piedi con quella forma. Incredibile, in Giappone già quaranta anni fa tutto era pensato insieme:fumetto, animazione gadgets.
Oggi non possiamo più creare solo con un medium.
Anche noi di FdC abbiamo un sito: http://www.fumodichina.com/

Per chi si affaccia alla scrittura creativa, che direzione consigli?

Assolutamente la sceneggiatura, abbiamo poca produzione buona in questo ambito, in particolare perché l'italiano è parlato meno di altre lingue all'estero e per questo abbiamo meno lavoro, riflettendo la crisi come tutti gli altri ambiti.
Inoltre apre la mente e ti fa vedere le cose in un'altra ottica. Tutti andiamo al cinema, ma pochi si concentrano per capire cosa ci sia dietro. E' facile staccare il cervello e lasciarsi trascinare dal film. Sicuramente si seguirebbe meno il film cercandoci dentro, ma si ricorderebbe meglio e con un significato diverso.

Mentre quanti romanzieri ci sono?

In Italia si dice che nessuno legge, ma tutti hanno il romanzo nel cassetto. Questo è grave perché se un non-lettore scrive come legge, è bene che ci resti nel cassetto.
Non è vero che oggi i ragazzi scrivono poco. In realtà tutti i devices spingono a scrivere di più come social network e what's app, ciò che è cambiato è il tipo di linguaggio, sicuramente diverso e non adatto a un libro o una rivista.

IL FILO INVISIBILE TRA LA VITA E LA MORTE

Come tutte le mattine salgo sull'autobus. Non faccio caso a chi o cosa mi circonda mi siedo al solito posto con le cuffie infilate nelle orecchie. Apro la borsa e tiro fuori l'ennesimo libro.
La mia vita scorre veloce tra le pagine bianche. La realtà è una rete di monotonia che mi avvolge fino a farmi soffocare. Il tragitto prima di andare a scuola è la mia prigione che mi protegge dal caos della società.
Poi una brusca frenata, il suono delle gomme che stridulo annuncia il presagio.
L'autobus si ribalta e sbatte contro il muro. La corrente salta. L'obliteratrice a penzoloni.
Lentamente apro gli occhi, mi tocco la testa dolorante. 
Mi guardo attorno per la prima volta e i miei occhi vedono solo morte e distruzione.
Cerco di sollevare un poco il busto, mi volto leggermente per vedere fuori dal finestrino, ma il cadavere di una vecchia signora mi fissa.
Guardo i suoi occhi vitrei, neri, innocenti.  Una luce in profondità.

La vita si è spenta, stare al mondo e sentirsi morta, uno zombie ambulante tra i vivi. Un cadavere avvizzito i cui desideri e sentimenti scivolano sulla pelle, senza riuscire ad aderire, ad attecchire. Come una radice senza alcuna utilità, senza alcuna funzionalità guardo il corpo inerme.
Alla fine la vita cosa é? Un filo che lega lo stesso mondo, quello da cui veniamo e quello in cui cadiamo alla morte. Lo stesso oscuro sonno che culla la nostra anima inconscia. Un immortale riposo ottenuto da un soffio di vita che ci abbandona, come il vento che crudele denuda i petali di un fiore, come il vento crudele che alimenta il fuoco che arde questo fragile foglio che diventa cenere, consistenza un giorno del mio corpo.
Ma oltre all'annullamento corporeo e all'inconsistenza della materia cosa c'è in questo abisso?
Dolore, solitudine, disperazione? O forse è possibile non sentire più niente? Un immutabile silenzio, il cuore che non sussulta più, la mente che non controlla più niente e si lascia abbandonare al vuoto? E' forse questa la “pace”? E' forse questa la liberazione?
Se così fosse la mia anima è già morta e tutto quello che resta è un corpo incosciente che si muove solo per il volere degli altri... Il mio cuore è avvizzito e la mia anima stanca trascina questo corpo che cerco di distruggere...Perché? Perché non provo il senso dell'esistenza della mia vita? Una perenne insoddisfazione, un vuoto che lacera in profondità le carni del mio spirito, é la mia più grande malattia.

Tutte queste persone attorno a me sono tornate alla loro consistenza, sono scese alla loro fermata, mentre io continuo a vagare in questo limbo inconsistente.
Restare qui e lasciarmi morire come loro, sarebbe accettare di scendere alla mia fermata, ma il destino non ha scelto questo per me.
Sono ancora in grado di spostarmi tra l'immondizia di questo mondo.
Apro a forza la porta dell'autobus, faccio forza sulle braccia e mi tiro su con la mia cartella uscendo.
Non è ancora arrivato il momento di scendere alla mia fermata.



PRENDITI CURA DI LEI

Prenditi Cura di lei 
di Kyung-Sook Shin
brossurato, 219 pp
2011, Neri Pozza, collana Le Tavole d'oro

16,50 euro

Non ti accorgi di quanto una persona sia stata importante nella tua vita, finché non la perdi.
Chin-hon si rese conto di quanto fosse affezionata alla madre, solo dopo che l'aveva persa. Era scomparsa un pomeriggio, prima di prendere la metropolitana nell'affollata Seul. Suo padre l'aveva persa di vista per un istante, ma quando era tornato a cercarla non c'era più. La ricerca disperata della donna, tra pianti e grida, risuonarono nei vicoli della metropoli. La cercarono tutti insieme, si unirono per trovare quell'unica persona che faceva da colla, senza di lei ognuno avrebbe preso la sua strada senza voltarsi indietro. Uniti come non lo erano mai stati. Si erano accorti di non aver mai fatto abbastanza per lei, lei che dedicava tutte le ore della sua vita ad accudirli e ad amarli senza mai chiedere niente in cambio, fino ad annullarsi per salvaguardarli. Un commovente susseguirsi di ricordi e legami familiari. Segreti mai rivelati e sussurrati come confessioni tra i singhiozzi, per riempire quel pesante e vuoto silenzio.
Un romanzo commovente che fa rivalutare il proprio legame con le persone che ci circondano, nella scrittura coinvolgente di Kyung-Sook Shin.
Kyung-Sook Shin
L'autrice si rivolge direttamente al lettore, con un punto di vista decisamente insolito ma per niente pesante, facendogli sentire sulla pelle le vicende della giovane protagonista Chin-hon. Lascia spazio alla voce di tutti i componenti della famiglia, fino a farci vivere la storia attraverso i piccoli e scuri occhi di un piviero pancianera. Ma cosa ci fa un uccello di mare in piena campagna, sempre rivolto verso la finestra della casa della sorella di Chin-hon?
Il primo romanzo di Kyung-Sook Shin, tra le campagne della Corea del Sud in cui è vissuta, ha ottenuto uno strepitoso successo internazionale grazie al suo stile peculiare, soffuso e delicato che aveva già colpito la critica con la raccolta di racconti Dov'era un tempo l'harmonium nel 1993.